Nel palazzo di Recanati dove visse Giacomo Leopardi (1798-1837), alcune recenti opere di restauro hanno riportato alla luce, nelle stanze della biblioteca, un’alcova con dipinti di scene mitiche notturne. I nuovi ritrovamenti potranno essere visionati dal pubblico soltanto per un anno. La creazione della biblioteca si deve soprattutto all’opera di Monaldo, padre del poeta, che fin dall’adolescenza iniziò a raccogliere libri. In quelle stanze successivamente studiò Giacomo, insieme ai fratelli Carlo e Paolina, con la guida del genitore. La biblioteca era infatti il luogo attorno al quale ruotava, in gran parte, la vita della famiglia. Fra il secondo ed il quarto decennio dell’ottocento vennero acquisite per la biblioteca le ultime due sale, fino ad allora adibite a residenza privata di religiosi della famiglia Leopardi; l’architettura del piano dell’edificio venne così definitivamente modificata: alcune vecchie porte furono murate e diversi tramezzi abbattuti. La mostra “I mondi di Giacomo”, racconta dunque la scoperta ed i ritrovamenti dell’alcova e dei decori, ed intende spiegare come la biblioteca fosse il luogo privilegiato, oltre che della formazione del poeta, del mutare del rapporto tra Giacomo e Monaldo. La rassegna, che è curata da Fabiana Cacciapuoti, mette in evidenza i tempi e i modi delle produzioni letterarie del poeta a partire dal 1810-1811 quando Giacomo da avido lettore si trasformò in autore. Con “La storia dell’astronomia” del 1813 infatti iniziò ad emergere tutta la grandezza e la modernità del suo pensiero.