5 giu 2007

Bob Dylan poeta e per sempre


Bob Dylan - alias di Robert Allen Zimmerman (Duluth, Minnesota, 24 maggio 1941) - è un noto musicista, compositore, cantante e poeta statunitense.
È conosciuto anche attraverso altri pseudonimi[1]. Ha all'attivo una carriera pluridecennale iniziata nei primi anni sessanta.
Erede di Woody Guthrie, ha scritto innumerevoli canzoni e ballate molte delle quali entrate a far parte dell'immaginario collettivo di più generazioni (Blowin' in the Wind, My Back Pages, Chimes of Freedom, Song to Woody, Desolation Row o Mr Tambourine Man, per citarne solo alcune).
Ha sempre rifiutato ogni tipo di etichetta che per lui è stata coniata, ma per molti suoi ammiratori è stato a lungo un paladino dei reietti e dei diseredati; per altri - e per la critica ufficiale e underground - semplicemente una rockstar.
Dylan - che nel 2004 ha dato alle stampe la prima parte della sua trilogia autobiografica: Chronicles - Volume 1 - è anche attore, regista cinematografico e autore di colonne sonore.
Secondo la prestigiosa rivista musicale Rolling Stone - che ha chiamato a giudicarle centosettantadue fra rockstar, produttori e critici discografici - la sua canzone Like A Rolling Stone è la migliore fra le principali 500 di tutti i tempi.
Un musical dal titolo The Times They Are A-Changin', centrato sulle sue canzoni, è stato ideato da Twyla Tharp e messo in scena a Broadway ad ottobre 2006.

Star del rock, paladino della protesta
Dal 1988 il suo nome è inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. Time Magazine lo ha incluso fra le cento persone che più hanno influenzato il XX secolo. Considerato una delle stelle maggiori nel firmamento della pop music, per molti critici ed appassionati è un poeta tout court. Ha detto di sé:
«Posso accettare il caos, ma non sono sicuro che il caos accetti me»
Scalpore ha destato nei primi anni duemila la sua partecipazione ad uno spot pubblicitario, vista come una contraddizione rispetto alla sua posizione verso il sistema. Ma durante la sua carriera non ha mancato spesso di spiazzare tanto gli estimatori quanto i detrattori, magari solo innovando - con repentine ed improvvise inversioni di rotta - sia lo stile musicale sia le tematiche dei versi.
Accadde una prima volta nel cambio di decennio fra gli anni sessanta e anni Settanta quando un suo album doppio - intitolato in senso autoironico Selfportrait (Autoritratto), privo praticamente di sue composizioni - si limitava a contenere classici del repertorio traditional. Probabilmente si trattava di uno dei tanti messaggi cifrati che avrebbe poi reiterato nel corso degli anni successivi ai suoi fan: non sarebbe stato il portavoce di alcuno, eccetto che di se stesso.

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