Nome di battesimo: Pierfrancesco Favino
Data e luogo di nascita: 24 agosto 1971, Roma, Italia
Siamo rimasti stupiti nel vederlo in un ruolo così oscuro. Lui che di solito è sempre sorridente, un po' impacciato, ma molto sicuro, ha vestito i panni più positivi dell'italiano medio. E dopo aver inscenato performance degne di lode, Placido decide di sporcargli gli abiti di sangue e sudore, di mettergli in bocca le urla della ribellione sociale e la sussurrata ambizione. Piefrancesco Favino indossa così il suo ruolo più bello, quello di un'ombra che sta dietro a una mano che vuole afferrare Roma nella sua morsa di terrore e di delinquenza. E scrive il primo capitolo di un romanzo criminale che ha fatto applaudire critica e pubblico. È un mostro del nostro cinema. Aprite gli occhi…Dopo essersi diplomato all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, segue qualche corso di perfezionamento diretto da Luca Ronconi e una manciata di seminari di recitazione che lo porteranno a teatro diretto da Luigi Proietti ne "Il dramma della gelosia", seguito da "Verso Pee Gynt", "Quel pasticciaccio brutto…", "Davila Roa" e "I Fratelli Karamazov", tutti per la regia di Ronconi. Passa poi alla televisione interpretando il film tv Una questione privata (1991) di Alberto Negrin, con Luca Zingaretti. Poi, entra nel cast della serie tv italiana Amico mio (1993) di Paolo Poeti (e nel suo seguito) nel ruolo di Giuseppe "Beppe" Vanni.L'esordio cinematografico avviene nel 1995, quando Lino Capolicchio lo inserisce nel film Pugili, con Antonella Attili. Da quel momento in poi comincerà a recitare per diversi registi, molti dei quali anche alla loro opera prima. Per Stefano Reali interpreta In barca a vela contromano (1997), passa poi al cinema d'autore di Marco Bellocchio con Il principe di Homburg (1997). Recita perfino in un film tv americano Bonanno: A Godfather's Story (1999) di Michel Poulette, accanto a Martin Landau.Ricky Tognazzi lo sceglie per I giudici – Vittime eccellenti (1999), poi passa alla fiction, quella religiosa, entrando nel cast di Padre Pio (2000) di Carlo Carlei, che vede Sergio Castellitto nei panni del frate con le stigmate. Dopo essere entrato nel cast de La carbonara (2000) di Luigi Magni, sceglie L'ultimo bacio (2000) di Gabriele Muccino, nella parte, quasi invisibile (ma non troppo) di un amico di Stefano Accorsi che vede nel matrimonio e nell'unione duratura di un uomo e di una donna una ribellione al conformismo di oggi. Seppur brevissima, la sua recitazione è intensa e illuminante. Bersagliere nella miniserie tv Cuore (2001), reindossa i panni del soldato nel bellico El Alamein (2002) di Enzo Monteleone. Il ruolo del padovano sergente Rizzo, fra noia, mancanza d'acqua e dissenteria, gli procura una nomination ai David di Donatello come miglior attore non protagonista.Da zero a dieci (2002) di Luciano Ligabue e il film tv Gli insoliti ignoti (2003) arricchiscono la sua filmografia, come del resto riluce Le chiavi di casa (2004) di Gianni Amelio. E dopo il mediocre Mariti in affitto (2004) con Maria Grazia Cucinotta, fa incetta di premi con Romanzo criminale (2005) di Michele Placido nel ruolo de "Il libanese", criminale della banda della Magliana che ha come unico sogno quello di conquistare Roma in una morsa di racket, prostituzione e spaccio di stupefacenti. Impossibile non premiarlo con il David per il miglior attore non protagonista e il Nastro d'Argento come miglior attore protagonista.Fra i fondatori dell'Actor's Center di Roma, torna alle origini, diretto ancora una volta da Negrin per la fiction Gino Bartali – L'intramontabile (2006) e cerca la strada americana, all'inizio nella piccola parte di un bronzeo Cristoforo Colombo in Una notte al museo (2006) di Shawn Levy e poi nella parte dell'oscuro Lord Glozelle ne Le Cronache di Narnia – Il principe Caspian (2008). Ma non dimentica l'Italia, e dopo aver recitato per Giuseppe Tornatore ne La sconosciuta (2006), interpreta un intenso omosessuale in lutto in Saturno contro (2006) di Ferzan Ozpetek. Doveroso ricordare che non sbaglia nulla nei confronti della sua recitazione. Non è ancora un mito, ma lasciatelo fare. La critica e il pubblico non vedono l'ora di scoprire quali altri risvolti professionali porterà la sua carriera. www.pierfrancescofavino.it
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