29 mag 2007

Kupezky


L'AUTORITRATTO DEL MISTERIOSO KUPEZKY
L'ARTISTA E LE SUE RAPPRESENTAZIONI A 'BRERA MAI VISTA'


- Sarà al centro della XXI edizione di "Brera mai vista", la figura di Johann Kupezky, artista boemo avvolto da un alone di mistero, nato a Pézinok, non lontano da Bratislava, nel 1666 e morto a Norimberga nel 1740. Attorno alla tela che lo raffigura, si svolgerà l'esposizione "L'Autoritratto di Johann Kupezky: un dono del numismatico Gaetano Cattaneo per il Gabinetto de' ritratti de' pittori della Pinacoteca di Brera", allestita proprio nella Pinacoteca di Brera, dal 7 giugno al 9 settembre (da martedì a domenica, 8.30 -19.15).
L'autoritratto , infatti, entrò a far parte delle collezioni della Pinacoteca nel secondo decennio dell'Ottocento, grazie a Gaetano Cattaneo, conservatore del Gabinetto Numismatico di Milano, che lo acquistò per accrescere la raccolta di ritratti di pittori intrapresa a Brera dall'allora direttore Giuseppe Bossi. La famiglia di Johann Kupezky, appartenente alla setta protestante Unitas Fratum, fu costretta a emigrare quando Johann era bambino a causa del credo religioso. La condizione di perseguitato senza patria segnò gran parte della sua esistenza, impedendogli, fra l'altro, di diventare "pittore imperiale" nonostante vantasse, tra i suoi committenti, Giuseppe I, Carlo IV e gran parte dell'alta aristocrazia del tempo. Dopo l'apprendistato a Vienna presso il pittore Benedikt Klaus, di cui sposò la figlia Susanna nel 1709, Kupezky intraprese il classico viaggio di formazione in Italia, con tappe a Venezia, Mantova, Bologna e Firenze, per stabilirsi definitivamente a Roma nel 1687.
Grazie all’intercessione del principe Adam Andreas von Liechtenstein, Johann ebbe la possibilità di ritornare a Vienna nel 1705 e al 1706 è stato datato dalla critica l’Autoritratto conservato nella Pinacoteca di Brera, l’unica opera dell’artista conservata in collezioni pubbliche italiane insieme con l’Autoritratto che si trova agli Uffizi e che sarà esposto in mostra.
In quest’ ultimo, eseguito probabilmente durante il soggiorno a Frascati, sono evidenziate le peculiarità dell’artista: la sua professione di pittore, rilevata dalla presenza del ritratto di un gentiluomo, probabilmente suo committente, e il suo amore per la musica simboleggiato dallo spartito e dal violino, mentre il tappeto ripiegato rimanda i lavori romani di Fioravanti e Francesco Maltese.
All’Autoritratto di Brera si possono accostare altre opere che raffigurano l’artista in diverse pose: la testa dal vero della collezione Safarik, l'Autoritratto di Berlino, di cui è nota solo una fotografia e l’ "Autoritratto come pellegrino" del 1705 in cui l’artista si raffigura con un bastone nella mano destra, simbolo della sua vita da esiliato e riferimento alle sue credenze religiose. Nell’"Autoritratto in ozio" di Praga del 1707, firmato "Famosi Pictoris Bohemi Kopetsky Effigies", l'artista si raffigura con gli attributi del mestiere, il copricapo da pittore, la tavolozza, i pennelli. A chiudere la serie dei suoi tanti autoritratti è l’ "Autoritratto nell’atto di dipingere sua moglie" del 1711 e di cui si conoscono ben undici copie.

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